Gentile Direttore,.
Le scriviamo in riferimento all’articolo di Maurizio Fratta, pubblicato dal vostro giornale lo scorso mese, che riguarda la vicenda giudiziaria di Mario Pianesi e la sua setta macrobiotica. Mi rivolgo al suo giornale perché convinto che esso cerchi effettivamente il bene comune, per l’esempio di Enzo Rossi, e rifugga quindi la disinformazione, l’approssimazione e la propaganda. (NB: alla data attuale, nel numero di ottobre della rivista, non ci sono articoli di riferimento a questo nostro comunicato. Ci auguriamo che a novembre 2021 sia evidenziato nel giusto modo.)
Una realtà di strapotere, di sfruttamento, di mobbing e ignoranza
Il sig. Fratta vorrebbe porsi come osservatore terzo e quindi imparziale della vicenda giudiziaria di Mario Pianesi. Se lo fosse, rivelerebbe però un punto di vista alquanto superficiale su questa dolorosa e inquietante vicenda, perché non vuole considerare i molti elementi, alcuni fortunatamente resi di pubblico dominio da TV e giornali, che mostrano come sotto la facciata di un’associazione che affermava di impegnarsi per la salute, l’alimentazione sana, l’agricoltura biologica, ecc. ecc. c’era una realtà di strapotere, di sfruttamento, di mobbing e ignoranza.
Perché il sig. Fratta pur a fronte dei molti indizi, non ha voluto chiedersi come fossero impostati i rapporti interni a questa associazione-setta? Che poteri si arrogasse il leader. Che concezione della donna promuovesse. Quale idea della cultura e dell’educazione. Se lo avesse fatto, se avesse voluto veramente capire questo fenomeno, avrebbe trovato un mondo di superstizione, di plagio e di straordinaria millantazione. Una concezione per cui il mondo è fatto di persone di serie A e di serie B, e i primi sono quelli che danno ragione e seguono in tutto il guru (o che momentaneamente gli sono utili finanziariamente o politicamente) e gli altri sono quelli che hanno dubbi su di lui o lo criticano o, anche involontariamente, dimostrano le sue clamorose contraddizioni. Come i malati che avevano la colpa di non guarire con i metodi di cura da lui ideati. Il sig. Fratta parla di “caduta di tutte le accuse” e del Pianesi come di una vittima degli interessi dell’agroindustria e delle case farmaceutiche.
Ma… e la condanna a un anno e otto mesi per violenza privata patteggiata dal Pianesi?
Ma… e la condanna a un anno e otto mesi per violenza privata patteggiata dal Pianesi?! Il guru che si presentava come il salvatore unico dell’umanità patteggia un anno e otto mesi per violenza privata… Avendo poi il fior fiore degli studi legali dalla sua parte. Evidentemente consigliato a farlo dai suoi avvocati, pur di non incorrere in ben più pesanti condanne. Senza tralasciare che questa scelta processuale in realtà ha scongiurato il pericolo di far testimoniare coloro che avevano denunciato tutto ciò che videro, vissero e patirono e tutti gli altri testimoni che avrebbero raccontato la realtà di UPM.
Gentile signor Fratta, ma di cosa stiamo parlando?
Una delle tante tristi storie dell’arroganza del potere e del denaro
In realtà la vicenda della setta macrobiotica, è una delle tante tristi storie dell’arroganza del potere e del denaro e apre un importante problema che ci si deve porre finché si è in tempo: è lecito che la diffusione dell’agricoltura biologica, dell’alimentazione sana, la ricerca di un modello alternativo neghino i diritti umani più elementari? Che siano basati sullo sfruttamento delle persone, sulla manipolazione delle informazioni? Sullo strapotere di guru che attribuiscono alla propria saliva o ad altro, uno straordinario potere taumaturgico? Sullo sfruttamento di persone in momenti critici della propria vita?
Leggere il libro-testimonianza di Mauro Garbuglia è uno strumento fondamentale di comprensione.
Non si venga a dire che molti che hanno anche occasionalmente frequentato quei centri o vi hanno lavorato non si sono accorti di niente. Evidentemente non hanno voluto vedere più a fondo, o occupavano posizioni comode e di rendita o marginali. Per chi volesse capire i documenti non mancano: basta visionare gli spezzoni di conferenze del Pianesi trasmessi da Chi l’ha visto e altri … e chi protestasse che si tratta di spezzoni decontestualizzati, potrebbe visionare le intere registrazioni, le pubblicazioni. Potrebbe soprattutto confrontarsi con le decine e decine di vittime di quel sistema. Potrebbe leggere il libro-testimonianza di Mauro Garbuglia “Dentro la psico setta macrobiotica-Il libro segreto di Mario Pianesi” (Edizioni Nisroch).
Una versione confusa e intellettualmente disonesta della Macrobiotica
Chi onestamente volesse capire la portata delle teorie del Pianesi, dovrebbe esaminare attentamente i dati forniti, scoprirebbe un’opera di abile millantazione: le favole sul lago in Mongolia, sulle centinaia di migliaia di diabetici cubani guariti dalla dieta del Pianesi, e così via, collocando in luoghi lontani e difficilissimi da verificare i presunti grandi successi di questa che invece era una versione confusa e intellettualmente disonesta della Macrobiotica di George Ohsawa.
Qualcuno potrebbe dire “ma almeno così si sono creati centri dove si può mangiare bene!” Ma allora perché protestiamo se Chiquita o altre ditte sfruttano i bambini? Vorremo accettare una realtà in cui nei campi di agricoltura naturale, con i filari di alberi in mezzo, lavorano degli schiavi? Dittatori biologici?
La vera alternativa ha bisogno di scientificità, non di pressapochismo, di democrazia e non di principio di autorità, di razionalità e non di superstizione. Di rispetto della debolezza…
Evitare di far diventare il carnefice una vittima
Le persone che in questi anni hanno lavorato all’interno di questa setta, animate da una motivazione onesta, devono capire che se c’è una possibilità di ricostruire un percorso, questo può solo partire dal coraggio di fare i conti con questo passato oscuro attraverso una radicale autocritica. Da parte di tutti vi deve essere il confronto onesto con le vittime che hanno denunciato, il ripudio dell’approssimazione, del culto della personalità e dei metodi di coercizione psicologica. Soprattutto bisogna evitare di far diventare il carnefice una vittima, per non compiere un doppio scempio che assomma ingiustizia a ingiustizia.
Per il Comitato delle Vittime di UPM
Mauro Garbuglia