Il quadrato del SATOR è la più famosa struttura palindroma che da secoli ha attratto gli studiosi, a causa del suo innegabile fascino. Si tratta, sostanzialmente, di una frase in lingua latina (SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS) che può essere letta in entrambi i sensi, come ve ne sono tante altre.

In un primo momento si credette che fosse di origine medievale, ma poi successivamente si sono scoperte iscrizioni del periodo romano del I sec. e la più antica, in Siria del 260 a.C.
Di questo misterioso quadrato magico, se ne trovano diffusi in tutto l’impero romano: nella penisola italiana (da Pompei ad Aosta), in Francia, a Cirencester e Manchester (Inghilterra).
Questa iscrizione non è rappresentata solo nella forma quadrata. Ne troviamo di bellissimi anche circolari

Addirittura anche in una particolare versione, a forma di pentalfa.

Le scritte in forma di palindromo non sono esclusiva né dei latini (il Sator è un’iscrizione latina), né il Sator è l’unica diffusa nell’impero romano.
Un’altra scritta simile al SATOR, datata all’età di Adriano, si trova ad Ostia dietro le terme di Nettuno. Fu trovato nel 1963 dal prof. A.Petrucci, con un disegno scolpito della Roma quadrata, è presente anche a Pompei

Ne troviamo ad esempio nella tradizione cabalistica-ebraica. Uno in particolare, riportato da Abramelin nel suo trattato magico “La clavicola di Salomone”, è molto simile al Sator.

Anche in Perù vi è un altro Quadrato e anche qui vi è una parola misteriosa, senza apparente significato, essa è UTUSI, comunque la traduzione sarebbe: “un pedicello che mangia l’UTUSI che si dimena è felicità”.

Teniamo conto che la lingua quechua in cui è stato scritto è una lingua orale. Il quadrato sarebbe quindi stato composto, tramandato e compreso a mente.
Tornando al nostro SATOR, è difficile stabilire il significato letterale della frase composta dalle cinque parole, dal momento che il termine AREPO non è strettamente latino.

Ecco qui di seguito alcune delle interpretazioni principali:
1) Una interpretazione più semplice considera Arepo come nome proprio, da cui le diverse interpretazioni:
«Arepo, il seminatore, tiene con maestria l’aratro».
“Il Seminatore di un arepo mantiene con il suo lavoro il convento”[
«il Creatore delle terre tiene, cioè governa, le ruote celesti»
“Il seminatore decide i suoi lavori quotidiani, ma il tribunale supremo decide il suo destino”
“Il seminatore, tiene, la falce, le opere agricole, le ruote”.
2) Dopo il ritrovamento di Cirencester in Britannia si ipotizzò che il SATOR fosse una sorta di “crux dissimulata” in quanto si ritenne che fosse stato ideato in età imperiale (tra il II e il IV secolo) e che fosse utilizzato come segno di riconoscimento dai protocristiani, come l’àncora o il pesce, per sfuggire alle persecuzioni ponendo l’attenzione sulla croce formata dalle parole TENET oltretutto caratterizzate dalle “T” (tau greca).

3) Si pensò anche, che fosse una croce nascosta, cioè un modo degli antichi cristiani per venerare la croce, e inoltre, anagrammando le lettere, viene fuori la scritta PATERNOSTER. Dove, A e O finali simboleggerebbero le lettere alfa e omega, principio e fine di tutte le cose.

4) Interpretazione Templare: la lettera T, alle estremità della croce formata dalla parola TENET, poteva essere interpretata come richiamo al simbolo del Tau, cioè della croce. si può notare anche che accanto ad ogni T ci sono sempre sia una A che una O.
Il collegamento con la croce dei Cavalieri Templari è immediato.
Le due parole TENET formano una croce a bracci uguali e congiungendo le A e le O con la N che sta al centro e tracciando il cerchio di raggio NA (o NO) si ottiene la famosa croix patté (Croce Patente) dei Cavalieri Templari.

5) Interpretazione geometrica: Lo schema delle lettere che compongono il Sator può essere ricondotto a numeri e rapporti. Molti sono gli esempi di costruzioni edificate secondo le regole desunte dalla circolarizzazione del SATOR e questo sembra ricondurre il tutto alla descrizione che della Gerusalemme Celeste che ci viene tramandata dall’Apocalisse di Giovanni e dalle successive interpretazioni, come la pianta della ricostruzione immaginaria della Città Celeste.
Molti sono gli edifici che si rifanno in maniera pedissequa alla regola geometrica del SATOR; li ritroviamo a S.Stefano Rotondo e S.Giovanni in Laterano a Roma, nel Battistero di S.Giovanni in Firenze, e nella la Cappella Palatina di Aquisgrana.

6) Interpretazione dell’Autore:
Secondo i miei studi sulle tradizioni iniziatiche, credo che l’esatta interpretazione letterale del Sator sia la seguente:
Chi semina (opera) sulla terra deve attenersi alle opere dei cicli cosmici
( Come in cielo così in terra …)
Invito i lettori ad approfondire il senso di questa frase, grazie ai miei testi “Platonopoli, la città dei Filosofi”, “Rendersi virtuoso. Il primo compito del lavoro”, entrambi editi da Nisroch edizioni.
L’importanza della comprensione degli insegnamenti dei Giganti del passato, Platone in primis, è la chiave di questo importante palindromo.
Ecco la mia traduzione:
IL SEMINATORE TIENE A FATICA LE RUOTE DEL CARRO
A REPO potrebbe derivare da A repo (strisciare a fatica)
salve, sarei per una interpretazione più letterale: Sator (è colui che ) tiene all’aratro, tu muovi (spingi) (imperativo di operare) le ruote
Molto semplicemente “Arepo” non significa nulla ( ma all’ inverso dà “opera”): non è un nome proprio ( non esiste!), non è un nome comune ( non esiste!). Invece tutte le altre sono parole latine, ben note e traducibile. Ciò che interessava a chi mise insieme il quadrato era ottenere una croce con “tenet” in posizione centrale. Bisogna poi sempre pensare al contesto storico: l’ iscrizione non è medievale, come mostrò il ritrovamento a Pompei. Cosa significava essere cristiani a Pompei prima del 79 a.C.? C’ era già stata la persecuzione di Nerone al tempo dell’ incendio di Roma… più imperatori avevano espulso sette, ecc. Giydei e cristiani non erano ben visti ( v. Tacito). Insomma, quella scritta sibillina era un modo per manifestare il proprio credo, in modo occulto, e sotto gli occhi di tutti. Il fatto di trovare il quadrato magico in altro siti romani ( in Ungheria = Pannonia) e Britannia significa che lì c’ era un cristiano, e lo collega a insediamenti militari, ambiente in cui si stavano diffondendo culti non tradizionali, tra cui il cristianesimo. Poiché Pompei ed Ercolano ( che sono un momento preciso di storia “congelata”) non sono ste scavate completamente, è possibile che vi si trovino altri esempi. Sarebbe la prova di quanto ho affermato. Ma direi che due esempi a Pompei ( uno in una dimora privata, l’ altro in un luogo pubblico) sono già sufficienti a provare la mia tesi. Quanto a tutte le combinazioni trovate, non è l’ unico caso quando ci si applica a materie che si vogliono misteriose. Dive c’ è il mistero, ci si sbizzarrire con le interpretazioni. “Satir arepo” è una scritta latina, e in questo ambito si deve restare. La domanda da porsi è: perché lì, in quel tempo, e a quale scopo?